pagina aggiornata il 29 maggio 2010

Cartoons e storie di psicodrammi pubblici
(disegni e testi di Giovanna Peli
in collaborazione con Luigi Dotti)


Giovanna Peli - (insegnante e attore della Compagnia del fare e Disfare - Gruppo di Playback theatre di Brescia) partecipa da tempo agli psicodrammi pubblici e intende raccontare con i disegni ed i testi alcune scene e storie degli psicodrammi pubblici

Luigi Dotti - (psicologo e direttore di psicodramma) è il conduttore degli psicodrammi della rassegna Le Relazioni Sulla Scena





Il Teatro di Psicodramma di Provaglio d'Iseo (Bs) propone da 10 anni la rassegna Le Relazioni sulla Scena - Incontri di psicodramma pubblico.
Il teatro è stato realizzato da Luigi Dotti nel 2001 come spazio aperto alla popolazione e come opportunità di incontro su tematiche e situazioni che riguardano le relazioni concrete delle persone, la loro vita quotidiana.
Il Teatro possiede 49 posti a sedere, come il primo Teatro della Spontaneità creato a Vienna negli anni venti da J.L. Moreno (l'inventore dello psicodramma).
La rassegna Le Relazioni sulla Scena, riportando lo psicodramma a teatro, riprende le origini di questo metodo; fu proprio nel contesto teatrale che Moreno intuì e sviluppò le grandi potenzialità dello psicodramma.

Psicodramma (da psiché = anima, soffio vitale e drama = azione) indica quel metodo professionale che consente di conoscere la realtà psichica e le relazioni attraverso l'azione e la scena teatrale.

La partecipazione allo psicodramma pubblicopuò avvenire a vari livelli:
- Come evento teatrale, teatro della spontaneità sulle storie della gente comune
- Come occasione di crescita personale e relazionale
- Come opportunità informativa e formativa per i professionisti delle relazioni e della salute (psicologi, operatori sanitari, sociali ed educativi)






"Friends" - Dicembre 2009

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Anche all'asilo ero un bambino buono, un chiaro esempio di ordine, rigore e disciplina.
La madre superiora mi additava per il mio silenzio, il mio colletto bianco inamidato, il mio stare immobile sulla panca nell'angolo.
I bambini giocavano e gridavano e correvano ma io ero un bambino buono.
E sapientemente mi ero costruito una grossa, ovattata bolla di sapone dove la mia voce urlava solo dentro di me.
Al di fuori era il silenzio.

"Maestri" - gennaio 2010

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Ero in collegio. Lo specchio di un bambino docile, riservato, schivo…
Quel giorno… il primo dei quei giorni… il rettore mi chiamò stranamente nel suo studio…
"Come sta la mamma?".
Non capivo. Sapevo che non mi piaceva rispondere alle lettre della mamma perché non sapevo cosa scrivere, cosa dire… e così tacevo.
"Come sta la mamma?".
E intanto il tono cambiava, si ammorbidiva, si addolciva, diventava melodioso, melenso…
"Come sta la mamma?".
Le sue mani mi sembravano più grandi.
"Come sta la mamma?".
Davanti a me c'era un mostro e dietro di me la porta, e dietro la porta il cielo.
La porta era inavvertitamente accostata, semichiusa, quasi aperta.
La spalancai e scappai fuori.
Per quella volta.

"Maestri" - gennaio 2010

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Lui è bravo, dolce, carino, educato, gentile, rispettoso, sorridente e felice.
Lui è soprattutto felice, lui è il mio figlio unico.
Lui sa che non ha nessuno… né zii, né cugine, né nonni… ma è felice.
Eh sì, lui è felice, ve lo dico io.
Io lo so perché sono la sua mamma.
Lo so perché ho deciso così.
Felice.

"Maestri" - gennaio 2010

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Era un padre-padrone. Era mio padre.
Tirato a lucido, impartiva decisioni come un potente.
Era mio padre.
Portava sempre il cappello e lasciava me e mia madre nell'ombra.
Era mio padre.
Sovrastava anche sua madre, ma sua madre era mia nonna e mia nonna sapeva tenermi per mano e insegnarmi la strada.
Sono grata a mia nonna ma avrei voluto essere grata a mio padre.

"Il maestro dell'isola" - 2009"

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"Laboratorio Chagall psicodramma a più voci" febbraio 2010

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"Invidia e gelosia" - febbraio 2010

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"La gratitudine - Uno" - marzo 2010

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"La gratitudine - Due" - marzo 2010

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"Storie Stonate" - performance di playback theatre - aprile 2010

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"Le dipendenze"- Il figlio della zingara - aprile 2010

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"Le dipendenze"- Serena - aprile 2010

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"Le dipendenze"- Il giorno del mio suicidio 1 - aprile 2010

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"Le dipendenze"- Il giorno del mio suicidio 2 - aprile 2010

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"Le dipendenze"- La mia prima ragazza - aprile 2010

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Le storie di una serata di teatro della spontaneità

Performance di Playback Theatre della Compagnia del Fare e Disfare, gruppo di Playback Theatre di Brescia. Conduttori della serata Laura Consolati e Luigi Dotti. Aprile 2010 - Spettacolo a favore del forum di salute mentale e di altre associazioni di mutuo aiuto nell'ambito della psichiatria: "Quando l'impossibile diventa possibile ..."
sala della circoscrizione in via repubblica argentina - BRESCIA


Michele

Ha la voce molto alta, sopra le righe come il suo aspetto, come il suo sguardo. Non riflette alla richiesta dei conduttori forse perché ha già rotto il ghiaccio lanciando frasi a raffica e immagini durante la fase di riscaldamento. Una volta seduto alla sedia del narratore, Michele non guarda né il conduttore, né gli attori, lo sguardo è perso dentro gli occhiali con una spessa montatura bianca. Conosce però tutti i nomi degli attori a memoria … Gli è bastata la presentazione iniziale per farli suoi. Precisa, mentre scandisce ogni parola, che è qui perché lo vuole lui.


Un lavoro vero

Prima di incontrare Giovanni la mia vita era decisamente in bianco e nero.
Come un uccellino spaurito, delicato e fragile osservavo le lente ore passare uguali nel nido sapientemente intrecciato da mia madre.
Ma mio padre lo sapeva.
Aveva intuito che quel nido era troppo stretto e banale per me, sapeva che il mio mondo non poteva, non doveva essere in bianco e nero e così un bel giorno decise di colorarlo.
E fu quel giorno che incontrai Giovanni, l'educatore della comunità.
La sua stretta di mano con mio padre fu ferma, decisa, piena di intese e di fiducia. Una stretta di mano che sanciva un patto.
Quell'incontro fu l'inizio della mia avventura.
Lentamente lascio mia madre alle sue bottiglie mezze vuote e muovo i primi passi.
Sembro l'equilibrista sul filo, mi vedo smisurato e goffo per quel filo teso, lineare e coerente che è la vita là fuori.
E come il sipario che si spalanca sugli applausi, mi sento lanciato da mani esperte in uno spettacolo fatto di mani e di sguardi, fatto di incontri; incontri che diventeranno così importanti da essere l'aiuto più grande per aprire le ali e imparare a volare.
Conosco la comunità e mi sento accolto dal caldo buono e da un'armonia di suoni e colori che mi erano sconosciuti.
Inizio a lavorare in una serra e il mio stare in equilibrio sul filo diventa un ricordo sbiadito.
Ora ringrazio la fermezza di mio padre, il suo essere caparbio nel credere ai talenti che tenevo ben nascosti.
Le mie ali ora sono spiegate su un mare per nulla tranquillo e a volte le raffiche di vento rallentano il mio volo.
E' proprio nella fatica di quei momenti che mio padre e i miei amici mi stanno più vicino e fanno in modo che io possa sempre seguire la rotta verso la stella che brilla di più. La buona stella di un lavoro.
Un lavoro vero.


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Il padre di Michele

Michele è emozionato guardando alla fine della scena l'attore che interpreta lui stesso mentre spiega le ali, le sue ali, e applaude con forza. Anche il padre di Michele, che è in sala nell'ombra, è travolto dall'emozione e alla richiesta di un'altra storia si alza sicuro e deciso. E' sorprendente per i conduttori e per gli attori questo rincorrersi figlio padre … ma questa è la magia del teatro della spontaneità. Inizia così la seconda storia, una storia raccontata da un padre, intervallata dagli interventi di un figlio per confermare e sottolineare frasi immagini ed emozioni.

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Francesco

La storia di Francesco è la terza storia. Durante il riscaldamento del pubblico era rimasto nell'ultima fila. La penombra delle luci leggermente abbassate lo aveva protetto mentre con tono deciso e sicuro rispondeva alla richiesta dei conduttori di dire brevi frasi, parole o emozioni. "Se c'è da buttarmi mi butto…". Le due storie precedenti probabilmente lo avevano rassicurato e così alla domanda: "Chi ha un'altra storia?" Francesco non ha avuto esitazioni. Francesco ha 15 anni, i capelli ricci e gli occhi azzuri, un viso che sembra uscito da un quadro di Caravaggio. Questa è la sua storia.

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Silvana

L'ultima storia è quella di Silvana. E' l'unica ragazza del pubblico che si mette in gioco. Lo spettacolo infatti si è svolto su storie maschili. Ma il cerchio si chiude con una donna e con una nascita di una bambina. Questa è la storia di Silvana.



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Psicodramma pubblico: "La violenza"- Giochi rubati - maggio 2010

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gigi@psicosociodramma.it


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