Sociodramma in Brasile
La città di Sao Paulo, la più estesa dell'America latina, è stata la scena di un grande psicodramma, con la partecipazione di 8 mila cittadini.
C'erano 700 psicodrammatisti che hanno diretto 180 sociodrammi della durata di 2-3 ore per le strade e al chiuso.
I temi erano tratti dalla vita nella comunità.
Vi sono stati piccoli e grandi gruppi da 10 a 600 partecipanti in ogni sociodramma.
E' stata un'esperienza incredibilmente potente per me e per tutti i miei colleghi psicodrammatisti.
E' stato un tempo unico per essere vicini alla gente che portava i propri sentimenti di tristezza, mancnaza di potere
, umiliazione, felicità, e la loro speranza di tempi migliori dopo questi sociodrammi.
Anche il sindaco di Sao Paulo, Marta Suplicy, ha partecipato in una della scene prendendo il ruolo di una vittima della violenza.
Non ci sono parole adatte per esprimere il senso magico di questa esperienza.
Sono stati prodotti materiali estremamente ricchi da studiare (video, fotografie e testi).
Credo di parlare a nome di tutti i miei colleghi psicodrammatisti brasiliani quando dico che questa esperienza ha toccato profondamente i nostri cuori
e non potremo essere più gli stessi.Sono orgogliosa di dire che questa forse è una nuova storia dello psicodramma in Brasile. Forse nel mondo.
Heloisa Fleury
President of FEBRAP - Brazilian Federation of Psychodrama
Sao Paulo do Brasil, 22 marzo 2001
(traduzione Luigi Dotti)
Il Brasile è stato il luogo di accoglienza dell'evento probabilmente più importante nella storia dello psicodramma.
Lo psicodramma ha invaso le strade dell'intera città di Sao Paulo.
Organizzato dal Sindaco della città, psicodrammatista lei stessa, con 700 psicodrammatisti,
si è realizzato il 22 marzo con i cittadini di Sao Paulo.
Differenti classi sociali in tutti gli edifici pubblici, nelle scuole e nelle strade si sono incontrate per confrontarsi
con i problemi della città, povertà, istruzione, differenze razziali.
Tutto ciò si è svolto all'interno di una cornice psicodrammatica e con l'utilizzo dell'inversione di ruolo con le autorità
per trovare soluzioni ai problemi.
Il dr. Enrique Stola, membro del centro Zerka moreno di Buenos aires, è stato presente come partecipante esterno dall'Argentina
e ci ha tenuti informati. Per via dell'assenza di Felicitas Mira, la corrispondenza non è stata ancora tradotta
e così farò il non perfetto lavoro di tradurla, per trasmettere ai colleghi parti di un così importante evento
per la Comunità internazionale.
Con i migliori saluti
Monica Zuretti
Marzo 2001
(Traduzione Luigi Dotti)
Sull'importanza di questo lavoro promosso dal Sindaco della città, lic. Marta Suplicy, con il coordinamento generale
di Maresa Greeb (Sao Paulo).
L'idea di Martha di lavorare con lo psicodramma simultaneamente in vari luoghi della città ha corrisposto
all'esigenza di numerosi psicodrammatisti professionisti preoccupati e occupati per la problematica sociale; come pure
ha corrisposto alle tensioni delle persone preoccupate e occupate nel promuovere una maggiore partecipazione
e recuperare un ruolo più incisivo e decisivo.
Abbiamo parlato a lungo con Monica Zuretti della iniziativa in Brasile e abbiamo convenuto sulla sua fattibilità
Quando è venuta a Sao Paulo mi ha ricordato l'esperienza che abbiamo realizzato nell' 84 o 86 nel Teatro San
Martìn (Buenos Aires), a partire da un'idea e dalla direzione di Viviana Galkin
e altre colleghe, sul ruolo del cittadino.
In quel periodo tutta la produzione gruppale era segnata dalla recente uscita dal paese delle forme di relazione
generate dalla dittatura militare (anni 1976 - 83).
Alicia Romana (Sao Paulo) mi ha informato che ero stato accettato come osservatore e che il luogo dove ero stato assegnato
per integrarmi era la Biblioteca Municipale Presidente Kennedy, collocata in un settore
molto conosciuto della città, il barrio di Santo Amaro. Un luogo molto popolare e particolare di questa incredibile città.
Sono arrivato lì 15 minuti prima dell'inizio e mi hanno detto in quale sala si lavorava con lo psicodramma,
E' interessante notare che la sala assegnata serviva da passaggio
per arrivare alle altre.Questo ha significato che varie volte lo spazio drammatico
è stato attraversato da persone che andavano alla biblioteca.
Due guardie, una alla porta e l'altra vicino allo spazio drammatico, in una occasione si sono messi di traverso chiaramente per impedire il passaggio a un adolescente.
Queste guardie assistevano con rispetto a quello che avveniva e io mi domandavo, ricordando la storia e l'attualità del ruolo
dei militari nel continente di che cosa si stavano occupando e di che cosa 'noi' ci stavamo occupando.
Nel gruppo si è parlato molto degli esclusi che vivono nelle favelas e della repressione, emarginazione e discriminazione di cui soffrono.
Il lavoro è cominciato attraverso molti stimoli volti a riscaldare al lavoro di gruppo.
Sono stati contrassegnati a tal fine diversi spazi istituzionali (ospedale, teatro, scuola, parchi, ecc.) e
si sono posti cartelloni nei vari spazi con parole e frasi-stimolo.
Il coordinamento di Alicia e dei professionisti che l'hanno coadiuvata, estremamente creativi e dinamici,
ha permesso una rapida integrazione gruppale e si è potuto lavorare su una scena in un ospedale.
Quindi si è passati a gruppi di discussione sull'etica e l'essere cittadini.
Si sono dibattute domande quali: in quale società voglio vivere? Che posso fare perché questo succeda?
Qual'è il modo migliore per realizzare queste azioni con la comunità nella quale viviamo?
Si è discusso sul ruolo dei funzionari e l'attenzione delle persone; sui diritti e doveri nell'educazione;
la mancanza di fiducia nel potere pubblico; la necessità che i politici incentivino le attività comunitarie;
la coscienza nelle persone che partecipavano della necessità di assumere ruoli più attivi nel contesto sociale.
La chiusura del lavoro è stata condotta da Alicia attraverso un coordinamento di movimento corporeo e
suono, che ha mostrato la forza del gruppo.
Mi sono recato poi ad un altro centro nello stesso quartiere dove un altro gruppo formato da sole donne e coordinato
da Sissi Malta Neves stava condividendo i vissuti al termine del lavoro.
La coesione gruppale era molto forte (circa 25 persone, in generale operatori che stanno a contatto diretto
con l'assistenza alla persona) e notevole era la mobilizzazione emozionale ed elaborativa in relazione
allo sviluppo della coscienza di essere cittadini.
Più di 600 professionisti hanno partecipato come cittadini coordinando gruppi in tutta Sao Paulo nel medesimo
momento.L'evento si è realizzato in 96 distretti della città e credo sia stata una eccellente opportunità per tutti.
Un elemento dinamizzante nella matrice sociale di Sao Paulo che spero sia continuato, grazie alle possibilità
politiche che esistono, e che abbia pesato sulle possibilità di coordinamento che pure esistono.
In conclusione, cara Ana e colleghi che leggete questa lettera, sono sommamente grato ai colleghi brasiliani
per avermi permesso di partecipare e sperimentare l'entusiasmo e la solidarietà posta in questo lavoro volonmtario e comunitario.
Baci e abbracci
Enrique Stola
Centro de Psicodrama y Sociodrama 'Zerka Moreno'
Buenos Airesa, Argentina
Marzo 2001
(Traduzione di Luigi Dotti)
Per informazioni:
2001 Luigi Dotti